Nel 1931, 90 anni fa, veniva istituito il Comitato Scientifico Centrale del CAI; si riconosceva, così, lo stretto rapporto da sempre esistente tra alpinismo e ricerca scientifica.

Possiamo quindi raccontatare alcuni episodi salienti di questo lungo rapporto: basti ricordare, per esempio, di come la “conquista” del Monte Bianco, realizzata materialmente da Balmat e Paccard nel 1786, sia stata concepita, inseguita per 20 anni, e supportata economicamente dal grande geologo e fisico Horace-Bénédict de Saussure, con finalità squisitamente scientifiche; o del fatto che il fondatore del CAI, Quintino Sella, fosse membro dell’Accademia delle Scienze di Torino, e promotore dell’istituzione della Società Geologica Italiana.

All’interno del Comitato furono, in seguito, create delle sottocommissioni che, con il tempo, sono diventate Organi Tecnici Centrali autonomi (come la Commissione Medica Centrale, la Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano, la Commissione Centrale Speleologia e Torrentismo) oppure strutture operative come il Servizio Valanghe Italiano.

Il Comitato Scientifico Centrale, quindi, in questi 90 anni ha svolto un ruolo prezioso, i cui risultati fanno forse meno “rumore” delle imprese alpinistico-sportive, ma sono altrettanto importanti.

E proprio in vista della ricorrenza del 90°, il Presidente del Comitato Scientifico Centrale Giuliano Cervi ha invitato tutte le Sezioni del CAI a valutare la possibilità di creare altrettanti Comitati Scientifici Sezionali. In particolare, nella sua lettera, Cervi ha affermato che “l'esperienza di numerose sezioni italiane del Club Alpino Italiano dimostra come la presenza di comitati scientifici sezionali costituisca un’importante risorsa per la promozione dell’attività sociale ma anche per l’aggregazione di nuovi soci espressamente interessati alle tematiche scientifico-culturali e naturalistiche che caratterizzano il territorio montano.”.

Con questa motivazione, il 15 febbraio 2021 si è tenuta un’assemblea, ovviamente in videoconferenza per il rispetto delle normative anti-Covid, che ha portato alla costituzione del Comitato Scientifico della sezione di Cesena; successivamente, il Consiglio Direttivo della Sezione ne ha approvato il Regolamento.

Il Comitato è formato dai seguenti membri: ONC[1] Mirco Baldini, ONC Gabriele Borghetti, ONC Marco Ceccaroni, ASE[2] Chiara Contoli, Claudio Biondi, Manuela Gabrielli, ANE[3] Andrea Magnani, Maurizio Pavan e ASE Mabel Severi. Da Regolamento, i membri hanno la medesima durata in carica (tre anni) prevista per gli altri organi sezionali.

Il Comitato Scientifico Sezionale nasce con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e lo studio del territorio e specialmente degli ambienti di montagna, nei loro aspetti naturalistici ed antropici, in coerenza con quanto previsto al riguardo dal Comitato Scientifico Centrale e da quello Regionale dell’Emilia Romagna. Le modalità con cui i membri del Comitato possono perseguire questo obiettivo sono, sostanzialmente, tre:

  • ricerca, seguendo un progetto personale oppure aderendo ad un bando del Comitato Scientifico Centrale o Regionale;
  • formazione, fornendo il proprio contributo di consulenza scientifica o didattico agli altri organi sezionali nei campi specifici di propria competenza;
  • divulgazione, organizzando conferenze e corsi rivolti ai Soci per divulgare e promuovere la conoscenza dell'ambiente montano nelle sue diverse componenti naturalistiche e/o antropologico-culturali, oppure promuovendo la pubblicazione delle attività scientifiche svolte.

Purtroppo, il Comitato è nato in un momento particolarmente difficile, nel quale ogni attività aggregativa è limitata, se non addirittura vietata, per tutelare la salute propria e degli altri. Ciò incrina le basi stesse di un Club come il CAI, fondato sull’associazionismo e sulla condivisione; tutti noi Soci abbiamo di fronte una montagna da scalare infida ed impegnativa, il cui versante opposto è ancora lontano.

Nonostante tutto, però, i membri del Comitato hanno già condiviso idee e proposte: alcune di queste potranno essere realizzate in futuro, non appena la situazione generale lo permetterà; altre, invece, diverranno operative a breve. Per esempio, Gabriele Borghetti, partecipante al corso di formazione per il titolo di Operatore Naturalistico Culturale, ha proposto un progetto di ricerca che, con l’appoggio e la collaborazione dei membri del Comitato, intende documentare le peculiarità naturalistiche, geologiche e storico-antropologiche del tratto tosco-romagnolo del Sentiero Italia, compreso fra la Colla di Casaglia e il Passo del Viamaggio; questi aspetti saranno riassunti in un documento divulgativo, accompagnato da cinque brevi filmati per il web e dalle tracce digitali delle tappe. Per il futuro prossimo il Comitato ha intenzione di organizzare alcune serate divulgative in sede, invitando relatori particolarmente esperti e capaci; senza anticipare troppo, posso dire che verranno toccate le seguenti tematiche: lupi e “fake news”, riconoscimento delle trappole dei bracconieri, mutamenti climatici associati all’ambiente montano.

[1]     Operatore Naturalistico Culturale
[2]     Accompagnatore Sezionale di Escursionismo
[3]     Accompagnatore Nazionale di Escursionismo

(Maggio 2021) - Mirco Baldini

SCHEDE ESCURSIONISTICHE ONC CAI CESENA

IL TRATTO ROMAGNOLO DEL S.I.

SULLE TRACCE DELLA VIA ROMEA GERMANICA